L’8 dicembre ricorre la Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, Madre di Dio. Sono trascorsi solo 151 anni dalla promulgazione di questo dogma da parte di Papa Pio IX, avvenuta con la bolla “Ineffabilis Deus”. Tracciare, però, su queste pagine una storia completa, sia pure sintetica, di tutto il percorso storico-teologico che ha portato alla promulgazione del dogma dell’Immacolata Concezione, è impresa ardua e quasi impossibile. Non solo per la pochezza di chi scrive, ma anche per lo spazio esiguo di cui si dispone. Una buona premessa può essere la raccomandazione, rivolta a tutti, di elevarsi alla stessa altezza di Maria Immacolata, poiché essa vive ad un livello superiore, dove l’aria non è inquinata, né toccata dalle passioni e tentazioni che la nostra vita associata deve affrontare quotidianamente.
Certo Papa Pio IX, in quel lontano 8 dicembre 1854, compì un vero atto di vita mistica. Quel giorno, appena aperte le porte della basilica, San Pietro si riempì completamente di una folla innumerevole di persone, tanto da scoraggiare lo stesso Pontefice. Come avrebbe potuto trovare, pensava il Papa, le forze e il fiato per pronunciare in modo chiaro e forte per tutti, le parole della bolla? Infondendosi coraggio, tuttavia, iniziò a parlare, con un tono di voce così potente (non esistevano ancora i microfoni) da farsi udire da tutti i presenti, e un fascio di luce, la cui esatta origine rimane sconosciuta, lo avvolse e illuminò completamente.
Così si esprime l’Ineffabilis Deus: “La beatissima sempre Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale”. Questa verità di fede è stata riconosciuta dal popolo dei fedeli da tempo immemorabile, ancor prima che studiosi e teologi cominciassero a trattare coerentemente l’argomento. “Maria, Madre di Dio, è Immacolata”; è questo il factum ecclesiam, la concezione, in altre parole, con la quale il popolo di Dio è sempre andato avanti, il parere della Chiesa universale che, alla fine, ha trovato ufficializzazione nella bolla papale; e Maria stessa, quando quattro anni più tardi apparve a Lourdes, si autodefinì “l’Immacolata Concezione”.
Certamente e ad onore del vero, le Sacre Scritture e la tradizione tacciono sull’argomento; ma già nel V secolo d.C. con Pelagio, Giuliano di Eclano e Agostino, si comincia ad affermare che la pietà impone di considerare Maria senza peccato. Vari teologi, ad iniziare dall’XI secolo, cominciarono a prendere in seria considerazione l’enunciato popolare e l’intuizione dei poveri e degli umili a fronte della scienza dell’aristocrazia teologica del tempo. Fra loro si ricordano Eadmero e Melchior Cano; ma a risolvere il problema fu l’illuminata intuizione di un grande teologo francescano del trecento, Giovanni Duns Scoto. Egli pensò che il valore universale della Redenzione di Cristo e la santità originale di Maria potevano coesistere, e in questo modo: Maria nacque veramente priva del peccato originale, e ciò avvenne proprio in virtù della salvezza operata da Gesù, che a Maria fu applicata prima della nascita e non dalla Pasqua in poi, come per tutti gli altri uomini. Maria, in altre parole, non fu “sanata” dalla Grazia, ma “preservata” dalla medesima.
Proprio in questo “privilegio” particolare ed esclusivo che Dio ha fatto a Maria, sta il significato del dogma dell’Immacolata Concezione. Dovendo accogliere in Lei e generare il Figlio di Dio che avrebbe portato la salvezza e distrutto il peccato, Maria è nata senza macchia di peccato originale, nel quale ancor oggi tutti noi nasciamo. Lei è venuta alla luce beneficiando in anticipo dell’opera che il suo Figlio, che rimane “il” redentore in assoluto, avrebbe compiuto nel sacrificio della croce. Ecco perché, fin dall’antichità, Maria è stata definita “Panaghia”, vale a dire la “Tuttasanta”, la “Tota Pulchra”, capolavoro di bellezza della Creazione, immagine perfetta dell’uomo e della donna redenti da Cristo.
La Festa dell’Immacolata Concezione che con gioia celebriamo ogni anno l’8 dicembre, solennità mariana per eccellenza del Tempo d’Avvento, vuole predisporci a vivere con lo stesso Cuore Immacolato della Madre l’accoglienza di Gesù nella nostra vita, in altre parole il senso vero del Natale. In Maria il credente trova la primizia dell’opera redentiva di Cristo e la conferma che il suo destino sarà come quello di chiunque altro accoglie, come ha fatto Lei, il dono vitale di Cristo. Seguendo Maria, che ha sofferto, lottato e combattuto contro la sofferenza e il male, ripetendo il suo “si” incondizionato fino ai piedi della croce del figlio, troveremo la strada che conduce verso la santità e la vita nuova.