La parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Reggio Calabria "nasce" ufficialmente nel 1935 quando don Domenico Giuffré, allora parroco della Chiesa di Santa Maria del Divino Soccorso, su espressa richiesta, ottiene il permesso di trasferire la sede parrocchiale a causa del repentino aumento della popolazione nello storico Rione ferrovieri. Come nel racconto evangelico della nascita di nostro Signore Gesù Cristo dal grembo immacolato della Vergine Maria, così la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù viene "generata" da quella di Santa Maria del Soccorso in una scissione, territorialmente necessaria, che non è mai stata considerata una separazione.
Al contrario le due parrocchie "sorelle" hanno sempre mantenuto ottimi rapporti sia dal punto di vista pastorale che umano anche in tempi storici recentissimi: le visite dell'Arcivescovo Salvatore Nunnari, ex parroco della Chiesa di Santa Maria del Soccorso, particolarmente amato da entrambe le comunità, sono accolte da una numerosa partecipazione da parte dei fedeli soprattutto in occasione della Messa di Ringraziamento (31 dicembre), concelebrata con don Umberto Lauro, il parroco del Sacro Cuore di Gesù nel momento in cui scrivo, che ha guidato la parrocchia e la sua comunità nei tempi moderni. In realtà, scavando più a fondo nella storia, si scopre che le vere origini della comunità del Sacro Cuore sono un po' più lontane nel tempo e risalgono al periodo immediatamente successivo allo spaventoso terremoto del 1908.
All'epoca, nel 1910, di fronte al drammatico bisogno di ricostruire abitazioni e strutture, il Santo Padre, Papa Pio X, dona alla Curia di Reggio Calabria ben 200 chiese-baracche ed una di queste viene proprio destinata alla zona sud della città, già da allora in evidente espansione grazie soprattutto all'Ente Ferrovie che comincia a prevedere insediamenti sociali di tipo impiegatizio nella zona di immediata prossimità alla foce del Calopinace, la "fiumara" che attraversa la città.
In quegli anni, vengono messe le basi della comunità del Sacro Cuore di Gesù: sorge la piccola chiesa-baracca che viene inaugurata l'11 dicembre del 1910 e, nello stesso periodo, assistiamo alla nascita dello storico Rione ferrovieri, il primo agglomerato di casette stabili costruito a Reggio Calabria dopo il terremoto. Prima dell'inaugurazione della chiesa-baracca, le esigenze spirituali dei fedeli della zona dipendono esclusivamente dalla parrocchia di Santa Maria del Soccorso, andata sfortunatamente distrutta durante il terremoto ma sostituita da una baracca nel 1909 per poi essere ricostruita negli anni successivi. Già a quei tempi la distanza e il crescente aumento della popolazione rendono difficile ai fedeli del Rione ferrovieri una regolare partecipazione alla Santa Messa, motivo per cui la costruzione della chiesa-baracca consacrata al Santissimo Cuore di Gesù (all'epoca chiamata anche Chiesa Ferrovieri) viene accolta con grande gioia e riconoscenza, soprattutto dal parroco Antonio Labate che provvede a ringraziare personalmente il Santo Padre con un telegramma. Sentiti ringraziamenti vanno anche a Monsignor Cottafavi, giunto a Reggio Calabria come delegato Pontificio, che con generose donazioni ha svolto un ruolo fondamentale per la ripresa del culto nella città, non solo per la costruzione della chiesa-baracca del Rione ferrovieri ma anche per i lavori di restauro e ampliamento della chiesa-baracca eretta in piazza Duomo a causa del crollo della Cattedrale, riedificata poi integralmente con tecniche antisismiche. Il 9 febbraio 1912 l'Arcivescovo di Reggio Calabria, Rinaldo Camillo Rousset, già celebrante dell'inaugurazione della chiesa-baracca, la erige in titolo come coadiutoria curiale del Sacro Cuore di Gesù, ufficialmente autorizzata a svolgere i servizi liturgici ma sempre sotto l'area pastorale della parrocchia di Santa Maria del Soccorso della quale diviene una "succursale".
La crescita della comunità del Sacro Cuore diviene da subito legata a quella del rione e la piccola chiesa baracca vede crescere, negli anni successivi, non solo il numero della popolazione ma anche le sue esigenze sociali, comunitarie e religiose. Nate in mezzo alla polvere in una zona (allora) periferica, quelle "quattro" umili baracche diventano il simbolo della rinascita della città dopo il terremoto, non un semplice ghetto di poveri disperati ma una zona organizzata, moderna, pulita, nella quale ricominciare a vivere e a mettere le basi per un futuro migliore. Quella chiesetta di soli 7x15 metri riesce miracolosamente a riportare molti fedeli, sofferenti, arrabbiati e sconfortati, alla vita religiosa compattandoli attorno al dilagante culto del Sacro Cuore di Gesù. Già dal 1914, anno in cui la guida della parrocchia del Soccorso passa a Domenico Giuffré, si hanno testimonianze di celebrazioni svoltesi nel mese di giugno in onore del Sacro Cuore: questa bellissima tradizione continua ancora oggi quando, ogni prima domenica di luglio, la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù celebra la Festa del Sacro Cuore in occasione della quale il Viale Galileo Galilei vede accorrere i fedeli di tutto il rione per la processione che vede in testa la statua del Cristo con il cuore raggiante, simbolo storico della parrocchia. Il lungimirante don Giuffré osserva attentamente l'evoluzione socio-culturale del rione e si rende conto che è necessario continuare il progetto della chiesetta arricchendola e decorandola e matura, già in questo periodo, l'idea di costruire un nuovo edificio e di istituire una nuova zona parrocchiale. Nel 1917 supplica il Santo Padre per ottenere dei fondi necessari all'acquisto di una campana che viene così annessa alla chiesetta. Nel giugno del 1918, mentre si prega incessantemente il Sacro Cuore di Gesù per porre fine al primo terribile conflitto mondiale, si hanno testimonianze delle prime Cresime celebrate il 29 giugno dall'Arcivescovo Rousset nella chiesa-baracca.
Negli anni '20 assistiamo ad una prima evoluzione e modernizzazione del rione con la comparsa delle prime case antisismiche a due piani, le prime in tutta la città, e con l'accorpamento nel periodo fascista del Rione pescatori, costituito dalle baracche dei pescatori che vengono spostate in massa dalla zona della Via Marina (l'attuale Lungomare Falcomatà) alla zona adiacente allo stadio comunale.
I due rioni, spesso in competizione tra loro in passato, finiscono poi per diventare un "unicum" chiamato Rione ferrovieri-pescatori o semplicemente Rione ferrovieri. Grazie ad alcuni documenti storici datati marzo 1927, veniamo a conoscenza che la popolazione del Rione ferrovieri raggiunge i 4000 abitanti, cifra che conferma la lungimiranza e le preoccupazioni di don Giuffré: sulle esili "spalle" della succursale chiesa-baracca dei Ferrovieri pesano molte più anime della parrocchia del Soccorso, una situazione paradossale che porta il parroco a trascorrere sempre più tempo nel rione per far fronte alle esigenze spirituali dei fedeli i quali, nelle occasioni liturgiche di spessore, cominciano a rimanere fuori dalla chiesetta in numero sempre maggiore. Nel 1928, in seguito a numerosi ed energici appelli da parte del parroco Giuffré alle autorità competenti, accompaganti da alcune formali richieste firmate dagli stessi ferrovieri del rione, in quella che sembra essere diventata una specie di missione popolare, vede la luce il primo progetto di costruzione di una chiesa in muratura. Un altro evento degno di nota avvenuto nel 1928 è la fondazione dell'Azione Cattolica locale che immediatamente raccoglie un largo consenso tra i giovani e un'attiva partecipazione.
Finalmente il 22 febbraio 1935 l'Arcivescovo Carmelo Pujia, accogliendo la richiesta di don Giuffré, "promuove" la chiesetta a parrocchia con il titolo di "Santa Maria del Soccorso al Sacro Cuore", ufficializzando il trasferimento della sede parrocchiale: la piccola baracca è ancora il punto di riferimento dei fedeli ma la gioia, soprattutto del perseverante don Giuffré, è indescrivibile!
Nello stesso periodo, il sacerdote avvia anche una serie di iniziative alquanto "singolari" ricordate ancora oggi dai fedeli più anziani. Don Giovanni Latella, un'illustre vocazione del Rione ferrovieri, ordinato sacerdote nel 1961 e divenuto poi segretario del CAL (Centro di Azione Liturgica), racconta che don Giuffré, in quegli anni, cura la redazione di un opuscolo, diffuso poi tra i parrocchiani, dal titolo "Il Galateo in Chiesa": il sacerdote sostiene che il saper stare in chiesa con i fratelli, implica anche il saper stare con gli altri nella società. Per don Giuffré è importante che le masse vengano educate nella fede e nei costumi e ritiene che la Chiesa debba accollarsi questa responsabilità. Infatti, sempre don Gianni Latella racconta una consuetudine del parroco veramente fuori dagli schemi dell'epoca: la Messa si celebra in latino, ma don Giuffré incarica alcuni ministranti, tra cui don Latella, di tradurre le sue parole in italiano affinché i fedeli possano comprendere ogni parola della liturgia, partecipandovi attivamente. Una sensibilità che precede di molti anni le iniziative del Concilio Vaticano II. Intanto, il progetto per la nuova chiesa, redatto dell'ingegnere Mazzuccato dell'Ufficio Tecnico dell'Opera Interdiocesana, non prende il via a causa di questioni tecniche e burocratiche sorte sul terreno destinato all'edificazione riguardanti le dimensioni del nuovo edificio. Tale ritardo, dilatatosi poi ulteriormente per la mancanza di finanziamenti, rappresenta una piccola nota di tristezza nell'opera di don Giuffré il quale, con l'avanzamento dell'età, si rende conto che non potrà vedere edificata la chiesa per la quale si è battuto così strenuamente.
Così nel 1940 il parroco chiede, in via provvisoria, l'autorizzazione per l'ampliamento della chiesa-baracca, il cui progetto viene affidato al geometra Antonino Pugliese. Il 16 maggio 1941 don Domenico Giuffré si spegne in una clinica di Roma, a seguito di un'operazione chirurgica, all'età di 65 anni: viene pianto da tutto il Rione ferrovieri, sempre più popoloso, e tutt'oggi è ricordato affettuosamente per il suo zelante impegno e la passione con la quale ha svolto il suo ministero sacerdotale nonostante le difficoltà logistiche e amministrative. L'ormai defunto Monsignor Giuseppe Agostino, divenuto Arcivescovo di Cosenza-Bisignano in tempi più recenti, nato proprio nel Rione ferrovieri, ricorda con commozione nei suoi scritti la figura di don Giuffré: "un omone alto, burbero e roccioso ma di una passione pastorale ammirevole".
L'Arcivescovo Agostino è una delle tante "luci", consacrate e laiche, che si accendono in quel periodo nel Rione ferrovieri proprio grazie all'esempio cristiano e dal forte valore pedagogico dei sacerdoti della chiesa-baracca. La pesante eredità di don Giuffré ricade sulle spalle di don Antonino Meduri che prende possesso della parrocchia il 28 settembre 1941. Con la fermezza che lo contraddistingue e che diventerà il suo noto marchio di fabbrica, don Meduri dimostra subito di non valere meno del suo venerato predecessore e fa pressioni per il completamento dei lavori della chiesa-baracca alla quale viene anche annessa una seconda campana. Ma la sua opera pastorale deve fare subito i conti con i terribili avvenimenti del tempo: il secondo conflitto mondiale non risparmia Reggio Calabria, il Rione ferrovieri e nemmeno la chiesa-baracca appena ampliata!
Nel 1944 apprendiamo da un documento, scritto di pugno dal parroco, che la chiesa-baracca ha ricevuto danni molto gravi durante i bombardamenti degli alleati avvenuti nell'estate del 1943: il tetto e la soffitta sono in parte divelti, le pareti sono lesionate, molti quadri sono andati distrutti, il campanile e la sacrestia sono stati completamente rasi al suolo, molti locali interni sono parzialmente distrutti o inagibili. Le bombe non risparmiano neanche la parrocchia del Soccorso e la piccola chiesa dedicata a Maria Santissima di Monserrato che è entrata a far parte della zona parrocchiale del Sacro Cuore. Anche il Rione ferrovieri subisce molti danni con circa 20 edifici completamente rasi al suolo e molti altri danneggiati a causa dell'infame ritirata dei nazisti che fanno saltare in aria diversi carri ferroviari carichi di esplosivo per rallentare lo sbarco degli alleati.
Di morti nel rione se ne contano 8, un numero relativamente piccolo anche a causa della fuga in massa degli abitanti che da più di 5000 diventano 200. Chi è rimasto non ha nulla ed è in questo momento che la Carità e la Provvidenza agiscono tramite la piccola chiesa-baracca del Sacro Cuore che torna protagonista: si scende in strada, si bussa casa per casa, e don Meduri, accompagnato dall'Azione Cattolica e da molti volontari, offre aiuto, cibo, indumenti e sostegno anche economico, dimostrando un coraggio straordinario, dando una vera testimonianza del suo ministero. Il parroco non si arrende e il 28 novembre 1946 viene trasmessa all'Ufficio Tecnico del Genio Civile la perizia dei lavori, definiti "urgentissimi", necessari per rendere nuovamente agibile e utilizzabile la chiesa-baracca, pregando le autorità competenti di adoperarsi con "cortese sollecitudine". Gli anni passano, la baracca si ricostruisce e don Meduri non smette mai di denunciare a chi di dovere i disagi derivanti dalle esigue dimensioni della chiesetta in relazione alla popolazione del Rione ferrovieri che torna a crescere nuovamente a guerra ultimata.
Finalmente negli anni '50, durante la fase iniziale dell'episcopato di Monsignor Giovanni Ferro, divenuto Arcivescovo di Reggio Calabria nel 1950, qualcosa sembra smuoversi! L'Arcivescovo incarica la scuola Beato Angelico di Milano dei lavori della nuova chiesa e nel 1955 il direttore dello studio di architettura della scuola, l'architetto Monsignor Giacomo Bettoli, stende la relazione illustrativa del progetto della chiesa "Santa Maria del Soccorso ai Ferrovieri", progetto redatto poi da don Valerio Vigorelli.
I finanziamenti, questa volta, non tardano ad arrivare grazie soprattutto alle legge Aldisio (1952) che permette di attingere ad un fondo statale previsto per l'incremento edilizio. Inizialmente si prevede la costruzione sullo stesso suolo occupato dalla chiesa-baracca ma, in accordo con le Ferrovie e su suggerimento dell'Amministrazione Comunale, si effettua una permuta di suoli che consente la costruzione del nuovo edificio sacro dove attualmente risiede, Viale Galileo Galilei traversa V. Questa soluzione permette di risolvere numerosi problemi logistici e burocratici relativi, ad esempio, allo spazio edificabile, a causa di baracche fatiscenti (ma abitate) presenti nell'area di costruzione della nuova chiesa che si sarebbero dovute demolire ma anche per la zona esterna, piazzetta compresa, che nel progetto originale sarebbe stata eccessivamente esposta, essendo il Viale Galileo una strada di grande transito di pedoni ed automezzi che avrebbero potuto disturbare i fedeli ed ostacolare la fruizione delle funzioni religiose.
Nel 1959 ha termine il lungo iter burocratico per la permuta dei suoli (le Ferrovie cedono il suolo a titolo gratuito) e, finalmente, i lavori di costruzione della nuova chiesa cominciano il 18 aprile 1959. La consegna ufficiale dei lavori viene conferita dall'ingegnere Domenico Squillace all'impresa Giovanni Minuto il 12 maggio 1959. Sebbene l'inizio dei lavori sia accolto con grande fermento da tutto il rione, quella storica data non è esente da una nostalgica tristezza: infatti, come da accordi stabiliti all'atto della permuta dei suoli, è necessario procedere immediatamente alla demolizione della pur tanto amata chiesa-baracca che, cadendo giù sotto i colpi dei picconi, porta con sé immagini, ricordi, profumi, e molte pesanti lacrime dei fedeli dell'epoca. Per ben tre anni le funzioni religiose sono officiate nel vicino asilo parrocchiale, fondato da don Meduri nel 1948, il quale, essendo una struttura progettata per scopi diversi, in quanto a scomodità e inadeguatezza si rivela essere peggiore dalla cara vecchia baracca costringendo il popolo e i sacerdoti ad ulteriori sacrifici. Il 4 luglio del 1959 si decide, nonostante tutto, di svolgere l'ormai tradizionale Festa del Sacro Cuore e si sfrutta l'occasione dei lavori per celebrare la cerimonia della posa della prima pietra del nuovo tempio dedicato al Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo, "pietra angolare" della vita dei cristiani, notizia riportata da diverse testate giornalistiche cittadine.
Presente all'evento anche il Monsignor Arcivescovo Giovanni Ferro senza il quale il progetto non sarebbe potuto decollare. Con grande gioia di don Meduri, la partecipazione dei fedeli non ha minimamente risentito della scomodità dovuta all'assenza di strutture adeguate ma, al contrario, la presenza del popolo all'evento è stata numerosa e festosa: vengono lanciati in cielo palloncini colorati mentre i chierichetti sfilano in processione guidati dal parroco e da don Giovanni Latella. I lavori della chiesa proseguono sotto l'occhio vigile di don Meduri: tutto il tempo lasciatogli libero dalle molteplici attività parrocchiali lo trascorre nel cantiere aiutando gli operai in mezzo alla polvere, ai mattoni, al cemento, felice come un bimbo. Ma le difficoltà non mancano mai: la legge Aldisio, principale fonte di finanziamento del progetto per il rustico, non può essere usata per le rifiniture e le decorazioni!
Ciò significa che i pavimenti, i marmi, gli intonaci, i banchi, i confessionali, gli stessi altari ecc. devono essere finanziati solo ed esclusivamente con le offerte dei fedeli benefattori. Il Rione ferrovieri-pescatori dimostra in questa occasione una carità ed una compattezza straordinaria, motivo di perenne onore e orgoglio per le generazioni successive: vengono distribuiti dei salvadanai da riempire con offerte spontanee per il sostentamento dei lavori e nel giro dello stesso anno tali salvadanai vengono tutti restituiti pieni. Viene anche istituita una Commissione "pro tempio" che distribuisce dei volantani nei quali si richiede un'offerta mensile facoltativa fino al settembre del 1960: anche in questo caso la risposta arriva prontamente. In questa fase degno di menzione è il Barone Francesco Mantica di Melito Porto Salvo per la sua generosa donazione.
A causa di alcuni ritardi nelle consegne, i lavori proseguono a rilento ma nell'aprile del 1962, don Meduri, stanco di celebrare la Santa Messa nell'asilo parrocchiale, con un gesto di totale determinazione e con la sua consueta fermezza, prende possesso della nuova chiesa e, nonostante i lavori siano ancora in atto, la apre al pubblico! Quello stesso giorno, il 6 aprile 1962, viene celebrata da Monsignor Ferro la prima storica Messa nella nuova chiesa, in presenza di una numerosa folla.
Lo stesso Arcivescovo consacra l'intero complesso il 1° luglio dello stesso anno a lavori finiti. Una lastra di marmo situata all'ingresso della chiesa commemora quei due giorni felici e numerose testate giornalistiche testimoniano gli storici eventi. Il sogno di don Giuffré e di un intero rione è finalmente diventato realtà: la chiesa è grande, spaziosa, bella, moderna, luminosa, finalmente un luogo di culto dignitoso, uno degli edifici sacri più belli di tutta la città! A don Meduri tocca l'onore e l'onere di essere il parroco che inaugura questo nuovo capitolo della storia del Sacro Cuore.
Il giorno della consacrazione, la nuova chiesa non appare ancora come è oggi: è un po' spoglia e mancano numerose decorazioni. Negli anni successivi, don Meduri, al quale non piace lasciare le cose a metà, si adopera per l'abbellimento della casa del Signore e contatta nuovamente Monsignor Vigorelli della scuola Beato Angelico con la quale continua questa vincente collaborazione. Anche in questo caso le offerte spontanee dei fedeli risultano fondamentali. Nel 1963 un fedele, il dottor Filippo Rizzo, offre a proprie spese l'altare dedicato a Sant'Antonio su progetto dell'ingegnere Guido Tripepi, destinato alla navata laterale destra. Il quadro del santo, dipinto dal domenicano padre Ferdinando Loverso nel 1965, sovrasta l'altare. Viene anche montato l'altare dedicato a San Giuseppe, particolarmente venerato dal popolo. Anche questo secondo altare, prodotto dalla scuola Beato Angelico, viene destinato alla navata laterale con quadro annesso.
Sempre nel '63 la scuola Beato Angelico confeziona il mosaico che fa da sfondo al Crocifisso ligneo situato all'ingresso della chiesa, sulla sinistra, davanti al battistero. Sulla parete di sinistra vengono installate le stazioni della Via Crucis (I - XIV), prodotte con smalto a fuoco, e vengono anche prodotte le lettere in bronzo da collocarsi sopra le stazioni: "Imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete riposo alle anime vostre". Nel dicembre del 1963 vengono annessi nei posti a sedere del presbiterio i simboli degli apostoli eseguiti in compensato di acero dalla signora Concetta De Carlo. Nel 1965 gli allievi della scuola Beato Angelico, coordinati dal professore Angelo Marelli, eseguono il bellissimo e gigantesco mosaico absidale, rappresentante il Cristo Risorto con il Cuore raggiante e la Gerusalemme Celeste che funge da sfondo, disegno dello stesso Vigorelli, un'opera di grande pregio artistico che non può fare a meno di rapire lo sguardo di chi entra in chiesa.
Nel dicemebre dello stesso anno, Monsignor Ferro, di ritorno dal Concilio Vaticano II, benedice il nuovo mosaico. Nella navata laterale di destra viene creata una nicchia per ospitare la statua del Sacro Cuore di Gesù, simbolo storico della parrocchia, ancora oggi usata nella processione durante l'omonima festa (la prima domenica di luglio). Nel 1967 viene commissionato alla scuola Beato Angelico un nuovo ostensorio nel quale vengono incastonate due rose in oro lasciate da don Giuffré e una medaglia d'oro donata dai fedeli a don Meduri per il 25° anniversario di servizio pastorale al Sacro Cuore. Nel 1968 viene acquistato a Napoli un nuovo quadro della Madonna di Pompei (il vecchio era molto logoro) e viene posto sempre nella navata di destra in un'altra nicchia.
Molta cura viene anche profusa nell'abbellimento della cappella feriale accessibile dall'ingresso principale sulla destra. Questo ampio locale è stato costruito avendo in mente la Beata Vergine Maria sin dal principio, al punto che viene anche chiamato "cappella mariana": oltre ad una appassionata devozione per la Madre del Cristo, il motivo va anche ricercato nel nome della chiesa ricordando al lettore che, all'epoca, il nome ufficiale della parrocchia era ancora "Santa Maria del Soccorso al Sacro Cuore". Le famiglie della parrocchia fanno letteralmente a gara per dotare la cappella mariana dei marmi verdi che compongono la zoccolatura frontale.
Nel 1970 viene acquistato e inaugurato il nuovo organo, uno dei tanti sogni di don Meduri. Nel giro di un decennio dalla fine dei lavori di costruzione la parrocchia comincia già ad avere l'aspetto odierno. La nuova chiesa è anche dotata di ampi locali, distribuiti su più piani sul lato destro della struttura: questi spazi sono pensati per accogliere gli alloggi del parroco, le riunioni dei vari gruppi parrocchiali ma soprattutto le aule per la formazione religiosa. Sotto don Meduri si registra una più ampia partecipazione ai corsi di catechismo e, a tal proposito, dal 1962 si segnala la presenza in parrocchia delle Suore Missionarie del Catechismo che operano principalmente nell'asilo parrocchiale.
Il parroco punta molto sull'educazione delle nuove generazioni e auspica una continua evoluzione morale invitando i giovani a fare propri gli alti ideali del Cristianesimo facendo leva sul fervente rinnovamento della Chiesa avviato dal secondo Concilio Vaticano. La sua attenzione ricade particolarmente sull'Azione Cattolica parrocchiale che, in quegli anni, raggiunge un altissimo e consolidato livello di presenze e organizzazione. Nel 1968 e nel 1970 vengono ordinati sacerdoti due "figli del rione", rispettivamente don Filippo Curatola e don Demetrio Nicosia, con due liturgie memorabili che raccolgono una larghissima partecipazione. Ma viene lasciato spazio anche ai laici: è sempre don Meduri che negli anni '70 avvia l'iter per la costituzione del Consiglio Pastorale Parrocchiale, un organismo di supporto al parroco, immagine di un laicato attivo e responsabile. In questo periodo il livello culturale del Rione ferrovieri aumenta notevolmente anche grazie all'apertura della "Scuola Media Ferrovieri" in Via Nicola Furnari, l'unica nel rione, nella quale nel 1971 uno degli insegnanti è proprio un giovane don Umberto Lauro, allora viceparroco del Sacro Cuore, arrivato in parrocchia nel 1967 per la sua prima esperienza sacerdotale, prima di essere trasferito a Terreti come parroco.
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale mostra subito le sue capacità quando nel settembre del 1971 scoppia la rivolta popolare a Reggio Calabria per la rivendicazione del capoluogo regionale, conosciuta anche come i Fatti (o moti) di Reggio: il Consiglio ottiene il permesso dall'Arcivescovo Ferro di prolungare l'annuale processione della Madonna della Consolazione, patrona della città, avvocata del popolo reggino, fino a raggiungere la zona sud, Rione ferrovieri compreso. L'avvenimento viene divulgato tramite volantini a cura dello stesso Consiglio Pastorale nei quali si esorta tutta la cittadinanza ad unirsi nel nome di Maria per ritrovare sentimenti di pace e concordia. Nel 1972, in seguito alla demolizione della piccola ed abbandonata chiesetta di Maria Santissima della Consolazione, sita in Via Nicola Furnari, la parrocchia acquisisce una copia del quadro della Madonna della Consolazione, di autore ignoto, e le statue dei Santi Cosma e Damiano conservate in un antico armadio di legno e vetro. Il 17 febbraio 1974 l'Arcivescovo Giuseppe Agostino, appena nominato, decide di far visita alla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù e di concelebrare con il parroco don Umberto Lauro una funzione religiosa particolarmente partecipata che merita un trafiletto nella Gazzetta del Sud. In quell'occasione l'Arcivescovo esprime tutta la sua gratitudine alla comunità del Sacro Cuore, ricordando affettuosamente la chiesa-baracca e don Giuffré, suo mentore spirituale.
Nel 1975, a testimoniare la crescente spinta culturale e creativa nel rione e nella parrocchia, degna di nota è la fondazione del Teatro Libero Reggino, guidato dall'odierno diacono permanente del Sacro Cuore di Gesù, Pasquale Cuzzocrea, e da sua moglie Angela Pavone. Le rappresentazioni teatrali, che si avvalgono della collaborazione di molti conosciuti parrocchiani, si distinguono per l'uso del vernacolo e per il conseguente accento posto sulle tradizioni culturali della Calabria e sono finalizzate alla promozione di valori altamente positivi. Nel 1976 don Meduri si ammala gravemente e, pur rimanendo in parrocchia, rinuncia a svolgere il suo mandato. Viene così richiamato da Terreti l'ex viceparroco, don Umberto Lauro, che inizialmente subentra alla guida della parrocchia come Vicario Auditore, suggerito, secondo alcune indiscrezioni, dallo stesso don Meduri per il suo eccellente servizio pastorale negli anni passati. Il 31 ottobre 1976 don Meduri si spegne a causa della malattia: un altro grande parroco del Sacro Cuore di Gesù torna al Padre ma lascia una nuova bellissima parrocchia, una comunità attiva e fervente e tanti bellissimi ricordi nelle menti e nei cuori dei fedeli, soprattutto per la sua instancabile dedizione profusa nei lavori della nuova chiesa. L'ammirazione popolare per don Meduri è tale che la sua salma viene esposta nel presbiterio per ricevere l'ultimo saluto della comunità, proprio dentro quella chiesa della quale lui aveva posto la prima pietra. La cerimonia funebre è celebrata il 1° novembre da Giovanni Ferro in persona e, nello stesso giorno, l'Arcivescovo nomina ufficialmente don Umberto Lauro quale nuovo parroco del Sacro Cuore.
La cerimonia di insediamento di don Lauro avviene il 9 gennaio 1977 alla presenza di Monsignor Ferro, dell'allora presidente dell'AC, Demetrio Scordo, e di una moltitudine di fedeli entusiasti del nuovo parroco. Il giovane don Lauro, tuttora alla guida della parrocchia nel momento in cui scrivo, ha il difficile compito di condurre la comunità attraverso un'epoca di repentine trasformazioni, non solo dei costumi ma anche del territorio e del modo di vivere la fede. Un compito arduo che ricade sulle spalle di un giovane ma tenace sacerdote, una missione pastorale diversa da quella dei suoi predecessori: il defunto Monsignor Agostino lo definisce "un prete umano, modesto, moderno ma profondo, paziente nel costruire".
Don Lauro deve subito fare i conti con un mondo che cambia e, nella fattispecie, con un Rione ferrovieri che cambia: la zona subisce una grande trasformazione durante tutti gli anni '70 con l'ampliamento della Via Nicola Furnari, l'apertura della Via Frangipane e la progettazione del grande Viale Calabria. Ma il cambiamento avviene anche nei suoi abitanti: l'istruzione avanzata e le nuove opportunità professionali creano nel rione una diversificazione culturale, sociale e intellettuale ben lontana da quella totale unità che ha caratterizzato il rione sin dall'inizio del XX secolo. Nel Rione ferrovieri non vivono più solo ferrovieri e qualcosa nelle nuove generazioni va perso pur non essendone direttamente responsabili: le storie, la compattezza, la condivisione, il senso di appartenenza a qualcosa di piccolo (rispetto al mondo sempre più globalizzato) ma esclusivo. E questo cambiamento rischia pericolosamente di inglobare anche la comunità parrocchiale.
Don Lauro si rende conto che la parrocchia, nata per le esigenze del rione, deve riappropriarsi di quel territorio, deve essere nuovamente l'elemento di unione attorno al quale la comunità si lega. Con la determinazione che lo contraddistingue, il nuovo parroco, coadiuvato da un valido gruppo di collaboratori parrocchiali, avvia una serie di nuove iniziative evangelizzatrici e sociali atte a coinvolgere attivamente il territorio: in quel periodo nascono la "Festa della Primavera", la "Festa delle castagne", la "Marcia della pace" e la stessa storica Festa del Sacro Cuore viene rivisitata dandole un taglio più sociale, non solo devozionale. Si creano gruppi di giovani famiglie che diventeranno promotrici della vita cristiana per le generazioni successive e si organizzano assemblee popolari atte a discutere insieme i problemi del rione. Seguendo il modello AC, si pone molto l'accento sull'attività fisica, sportiva ed agonistica soprattutto per i più giovani: gare di ciclismo, tornei di calcio e fiere varie accompagnate della riapertura dei campi estivi, una tradizione caduta in disuso. Negli anni successivi altri gruppi ed associazioni si uniscono alla comunità parrocchiale come l'Agesci (non più presente nel momento in cui scrivo), la Pia Opera di San Giuseppe, l'Apostolato della Preghiera, la Gi.Fra (anch'essa non più presente), il Gruppo di Preghiera di Padre Pio e il Gruppo di Preghiera della Madonna dello Scoglio. Anche la corale, guidata da Gabriella Francesconi, vive il suo momento di rifondazione con il "Coro Jubilate Deo" che porta la qualità della musica e dei canti ad un livello superiore.
La partecipazione ai gruppi e agli eventi parrocchiali è tale che comincia a sorgere l'esigenza di un "luogo" unico ed esclusivo all'interno del quale stare insieme, pregare insieme, crescere insieme, vivere insieme come comunità parrocchiale: si delinea già da questi anni l'idea di una "casa parrocchiale" che diventerà uno degli obiettivi della pastorale di don Lauro. Il 25 settembre del 1979 l'ormai defunto Arcivescovo Aurelio Sorrentino, succeduto a Monsignor Giovanni Ferro alla guida della diocesi di Reggio-Bova, compie un gesto atteso da molti anni e dispone la variazione del titolo della parrocchia da "Santa Maria del Soccorso al Sacro Cuore" a "Sacro Cuore di Gesù", ufficializzando quella che era un'abitudine per gli abitanti del rione e risolvendo definitivamente la confusione dei nomi con la parrocchia del Divin Soccorso. Il nuovo Arcivescovo estende i limiti territoriali della parrocchia fino al Viale Calabria e nel 1981 compie la prima Visita Pastorale al Sacro Cuore.
Durante gli anni '80 vedono la luce alcuni interessanti esperimenti parrocchiali come la prima pubblicazione cartacea, "Insieme costruiamo la comunità" (1981), in collaborazione con la parrocchia del Soccorso, e la trasmissione radiofonica della Santa Messa (1984) con la collaborazione di Radio Libera Mediterraneo. Sfortunatamente queste iniziative sono state incostanti con l'eccezione della pubblicazione cartacea che si è prolungata, tra alti e bassi, fino ai primi anni del nuovo millennio.
Sempre negli anni '80 si segnala la presenza in parrocchia delle Suore Francescane di Sant'Antonio nelle persone di suor Enrica, suor Aquilina e suor Gemma che collaborano nell'insegnamento della religione con numerose attività catechetiche e nella gestione dell'asilo parrocchiale. La spinta riformatrice legata al secondo Concilio interessa anche gli interni della nuova chiesa, sempre impeccabili sotto la guida di don Lauro: nel 1982 viene ristrutturato l'altare della cappella mariana che comincia ad assumere l'aspetto odierno e nello stesso anno viene installata l'artistica vetrata che abbellisce la facciata dell'edificio, altra opera di grande impatto visivo raffigurante il Cristo Risorto, realizzata dagli allievi dell'Istituto d'Arte Preti-Frangipane guidati dal professor Familiari. Ma gli interventi più importanti, da questo punto di vista, riguardano il soffitto e il presbiterio: don Lauro fa rimuovere il classico velario dal soffitto dell'aula liturgica per consentire la visione delle artistiche travi sottostanti e, sempre nel 1982, si adopera per trovare una sistemazione più adeguata al tabernacolo, fino ad allora situato al centro dell'altare, posizione compatibile con le modalità liturgiche nel periodo preconciliare, e incarica l'architetto Renato Laganà di riorganizzare il presbiterio alla luce delle direttive del Concilio Vaticano II.
L'architetto risolve brillantemente il problema spostando il tabernacolo nella sua posizione attuale, una nicchia situata alla destra dell'altare (sulla sinistra rispetto all'ingresso), e prevede un'alta base in marmo per renderlo visibile a tutta l'assemblea. La struttura verrà poi arricchita (nel 2002) da una pregiata scultura in bronzo raffigurante due angeli sormontati da una colomba, classica rappresentazione dello Spirito Santo. Nello stesso periodo vengono costruite sul lastrico solare le nuove aule catechistiche, più grandi e moderne, e vengono intitolate a Pier Giorgio Frassati. Nel 1984 viene organizzata la prima Missione parrocchiale animata dai volontari della Pro Civitate Christiana di Assisi: un periodo di forte crescita spirituale, svoltosi tra il 15 e il 26 febbraio, durante il quale si registra una notevole partecipazione giovanile negli incontri a loro dedicati. Il 23 marzo 1984 durante una visita a Roma, don Lauro ed un gruppo di fedelissimi, hanno l'onore di essere ricevuti da Giovanni Paolo II in udienza privata e nello stesso anno, il 7 ottobre, il Santo Padre compie una Visita Pastorale nella città di Reggio Calabria celebrando la Santa Messa nel piazzale Botteghelle, zona di giurisdizione della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, in mezzo ad una moltitudine festante. Nel 1985 si dedica un po' di attenzione anche alla piazzetta esterna dove viene posta una statua del Sacro Cuore e si organizza un curatissimo angolo verde. Nel 1988 si assiste ad una seconda visita del Papa a Reggio e nella parrocchia Sacro Cuore di Gesù viene ordinato il primo diacono della sua storia, Mimmo Maio. Nello stesso anno Raffaele Giorgi, lettore, catechista e figura attiva nella comunità parrocchiale, fonda il Gruppo della Parola, attivo ancora oggi nel momento in cui scrivo. Nel 1989 viene edificata e benedetta la riproduzione della grotta della Madonna di Lourdes, posta all'esterno dell'edificio, costantemente abbellita da un tripudio di coloratissimi fiori, luogo occasionalmente dedicato alla preghiera del Rosario soprattutto nel mese di maggio.
Nel 1992, l'Arcivescovo Vittorio Luigi Mondello, succeduto a Monsignor Sorrentino, ordina diaconi altri due membri della comunità del Sacro Cuore: Beniamino Buonsanti e Andrea David.
Nel 1993 si inaugura il campo polisportivo, teatro di innumerevoli eventi negli anni successivi, soprattutto tornei di calcetto ancora vivi nei ricordi di chi scrive e di molti giovani della parrocchia. Nel 1994 si inaugura anche l'Angolo dell'allegria (oggi non più esistente), un piccolo parco giochi dotato di uno scivolo ed altre attrazioni per i più piccoli, situato sul retro dell'edificio, vicino alle aule del catechismo.
Lo stesso anno l'asilo parrocchiale viene completamente ristrutturato e il 4 ottobre 1996 vengono presentate alla comunità le Suore Terziarie Francescane Elisabettine, tuttora presenti in parrocchia nel momento in cui scrivo, alle quali vengono assegnate numerose attività organizzative, catechetiche ed educative oltre alla consueta gestione dell'asilo. Una menzione speciale merita l'arrivo in parrocchia nel 1996 di don Sasà Santoro che diventa un'importante collaboratore di don Lauro soprattutto nella pastorale giovanile. Nel 1999, durante un pellegrinaggio parrocchiale a Fátima, viene acquistata una piccola statua, riproduzione della famosa Madonna così come è apparsa ai pastorelli. In preparazione al Giubileo del 2000, nasce l'idea della "Peregrinatio Mariae", un evento incentrato sulla preghiera comunitaria nel quale la statua della Vergine, fatta benedire il 13 ottobre 1999, viene portata "pellegrina" in giro per il rione presso le abitazioni di alcuni disponibili fedeli. Sempre nel 1999, Pasquale Cuzzocrea, già membro attivissimo nel panorama parrocchiale, viene ordinato diacono permanente e, con grande e solerte impegno quotidiano, ricopre ancora questa carica nel momento in cui scrivo.
Durante il grande Giubileo del 2000, don Lauro approfitta di quell'anno di Grazia per organizzare una seconda Missione parrocchiale avente slogan "Apri la porta a Cristo tuo Salvatore", con evidente riferimento al segno giubilare dell'apertura della Porta Santa. La missione, curata dai Padri Monfortani sotto la guida spirituale di padre Angelo Epis, si implementa sul territorio parrocchiale attraverso l'organizzazione di "centri di ascolto", momenti forti di ascolto e di annuncio della Parola, di riflessione e di crescita personale, pensati sia per condurre i fedeli ad una più totale adesione a Cristo, sia per offrire agli indecisi, agli scettici, ai non credenti una seria opportunità per conoscerLo, stando insieme. A conclusione della missione viene previsto un pellegrinaggio parrocchiale in Terra Santa avvenuto tra il 25 aprile e il 2 maggio 2000. I frutti della missione non si fanno attendere soprattutto per quanto riguarda il settore caritativo: nascono infatti il Centro di Ascolto Caritas e l'Aggregazione Sociale che vanno ad unirsi al Gruppo San Vincenzo, già presente in parrocchia (non più attivo nel momento in cui scrivo).
Nel 2008 il parroco inaugura la Casa del Sacro Cuore a Cucullaro di Gambarie concretizzando uno dei suoi sogni più sentiti: un progetto, quello della casa parrocchiale, già vivo nel cuore del parroco dagli anni '70, che ha dovuto affrontare numerose difficoltà economiche per poter essere realizzato, dall'acquisto dell'edificio alla sua ristrutturazione. Oggi, grazie alla perseveranza di don Umberto Lauro e alle generose donazioni dei fedeli, la comunità parrocchiale ha una casa dove riunirsi ed essere "famiglia".
Nel 2010 la parrocchia Sacro Cuore di Gesù è una delle tappe della Peregrinatio delle reliquie di Santa Margherita Maria Alacoque in Calabria, destinazione decisamente azzeccata essendo la santa proprio la promotrice della devozione e del culto al Sacro Cuore di Gesù a lei apparso il 27 dicembre 1673.
Durante i quattro giorni di permanenza delle reliquie la comunità ha potuto vivere momenti di profonda religiosità e l'invito alla partecipazione è stato esteso a tutta la diocesi. Sempre nel 2010, una speciale menzione merita la prima edizione del "Memorial Domenico Schepis", un evento promosso dalla famiglia Schepis, supportato dai giovani dell'Azione Cattolica e dalla società sportiva Nuovo Basket Soccorso, durante il quale viene organizzato un torneo di pallacanestro 3 contro 3 per ricordare Domenico Schepis, amatissimo giovane della parrocchia scomparso a soli 24 anni a causa di una lunga e dolorosa malattia. Il ricavato della manifestazione viene devoluto all'AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie). Il commovente ma al tempo stesso festoso evento viene ripetuto annualmente fino al 2015: un premio commemorativo viene consegnato dalle mani dei genitori di Domenico, Lillo Schepis e Maria Romeo Schepis, a tutti i partecipanti.
Dal 2011 don Lauro, supportato dal Consiglio Pastorale Parrocchiale, è un ammirabile portavoce del disagio vissuto dagli abitanti del rione a causa dello stato di degrado ed abbandono nel quale versano moltissime zone vicine alla parrocchia: con un appello inviato alle autorità civili il parroco denuncia la presenza di fatiscenti baracche risalenti ai primi anni del secolo scorso e la mancata conclusione dei lavori di risanamento della zona, nonostante le molte promesse dei politici locali e della pubblica amministrazione. "L'Incompiuta del Rione ferrovieri", così definita dallo stesso parroco, è tuttora motivo di dibattito: nel 2014 don Lauro dirama a tutti gli organi di stampa locale un documento nel quale denuncia l'ingiustificabile abbandono del rione da parte degli amministratori, sensibilizzando l'intera città alla delicata questione ed appellandosi al bene comune per raggiungere una repentina soluzione.
Sempre nel 2011 viene creata la pagina ufficiale della parrocchia nel famoso social network Facebook, disponibile a questo indirizzo. Nel 2012, in occasione dei 50 anni dall'edificazione della nuova chiesa, don Lauro, su mandato del Sommo Pontefice, Papa Benedetto XVI, ottiene il permesso di istituire uno speciale Giubileo parrocchiale: un altro sogno del parroco diventa realtà! Per un intero anno (1 luglio 2012 - 1 luglio 2013) nella parrocchia Sacro Cuore di Gesù i fedeli possono ottenere l'indulgenza plenaria accostandosi al sacramento della Confessione, all'Eucaristia e alla preghiera, secondo le intenzioni del Santo Padre. È uno degli eventi storici più importanti della parrocchia che in quel lungo anno vive un periodo di Grazia e di profonda riconciliazione con Dio. Il 23 febbraio 2014 la parrocchia riceve la prima visita pastorale dell'Arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini.
Il 15 maggio 2015 la parrocchia ha ospitato la Croce di Lampedusa costruita con i resti lignei delle imbarcazioni cariche di migranti naufragate sulle coste della famosa isola.
La croce, benedetta da Papa Francesco, è stata trasportata in giro per l'Italia su iniziativa dello stesso Pontefice che, volendo sensibilizzare le masse e la politica sulle inaccettabili morti di innocenti che avvengono incessantemente nel Mar Mediterraneo a causa della guerra, ha detto: "Portatela ovunque!". L'appello del Papa è stato accolto dai giovani dell'Azione Cattolica parrocchiale che hanno animato una veglia di preghiera per la pace nel mondo. Nell'ottobre 2015 viene pubblicato il libro "Dal passato semi di speranza per il futuro" scritto dalla professoressa Caterina Maria Marra, un volume di grande rilevanza storica per la parrocchia Sacro Cuore di Gesù, all'interno del quale l'autrice ripercorre con dovizia di particolari la storia dell'intera comunità parrocchiale, dal terremoto del 1908 ai giorni nostri, riscoprendo storie, aneddoti e personaggi altrimenti destinati a scomparire con i fedeli più anziani: un lavoro di ricerca certosina, caratterizzato da precisione chirurgica nell'esposizione dei fatti, che regala alle nuove generazioni la possibilità di riscoprire le proprie origini e conoscere la propria storia.
Chi scrive non può fare a meno di ringraziare personalmente la professoressa Marra per il suo duro lavoro senza il quale molte sezioni di questo sito sarebbero inesistenti. Nel 2016, durante l'anno straordinario del Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco, la parrocchia ha avuto la rara occasione di vivere un altro importante evento, motivo di ulteriore gioia rispetto a quella offerta dalle liturgie giubilari: la celebrazione del 50° anniversario di ordinazione presbiterale del parroco Umberto Lauro. La solenne liturgia è stata celebrata il 17 luglio 2016 in parrocchia, alla presenza di numerosi sacerdoti e di una moltitudine festante di fedeli. In quell'occasione, la comunità del Sacro Cuore, animata da un profondo spirito di gratitudine, festeggia il suo parroco e si augura di poter fare affidamento sulla sua saggia guida per molti anni ancora.
Tra le iniziative promosse per festeggiare il 50° di don Lauro, si ricorda una mostra d'arte allestita all'interno della cappella mariana dal titolo Le "forme" del sacro. La mostra, tenuta dal 15 al 17 luglio del 2016, ha goduto della partecipazione di numerosi artisti locali. Qualche mese prima, il 16 aprile 2016, viene ordinato sacerdote il giovanissimo don Fabrizio Namia, particolarmente benvoluto dai giovani, viceparroco del Sacro Cuore nel momento in cui scrivo, che si dimostra da subito un prezioso collaboratore di don Lauro in moltissime attività pastorali. Nel mese di maggio 2017 viene ripresa l'esperienza della "Peregrinatio Mariae" in occasione del centenario delle apparizioni mariane a Fátima e, nello stesso mese, iniziano i lavori di sviluppo del sito web ufficiale della parrocchia, iniziativa promossa da Antonio Giorgi e supportata dal parroco.
Approfondimento:
I parroci nella storia
Storia del culto del Sacro Cuore di Gesù
Festa del Sacro Cuore di Gesù
Festa di Sant'Andrea
Storia della chiesa del Monserrato
Storia dell'asilo parrocchiale
Storia della casa parrocchiale a Cucullaro
Cenni storici sul gruppo ministranti
Storia dell'Azione Cattolica parrocchiale