La chiesa di Maria Santissima di Monserrato ha origini molto più antiche della parrocchia. Viene eretta intorno al 1630 in un periodo di grande fervore religioso che interessa tutta la Calabria. La devozione nei confronti della Madonna è sempre stata molto viva e partecipata nella città di Reggio: la prova è data dalle numerose chiese, tutte dedicate alla Beata Vergine, che sorgono in quel periodo, tra cui Santa Maria di Loreto, Santa Maria dell'Itria e Santa Maria del Soccorso. Non si conoscono i dettagli ma pare che la chiesa del Monserrato sia stata costruita dalla gente del posto, umili contadini, pescatori e pastori, per ringraziare la Madonna delle numerose grazie ricevute. Oggi, quattrocento anni dopo, quella chiesetta è ancora lì, sulla Via Sbarre Inferiori (all'epoca la stessa via prende il nome dalla chiesa, Via Monserrato o Bonserrato).
Il culto della Madonna del Monserrato, patrona della Catalogna, è stato introdotto in Calabria dagli spagnoli nel XVI secolo durante la loro dominazione nell'Italia meridionale (1503-1707). Secondo la tradizione popolare, nell'anno 880, tre pastorelli spagnoli avrebbero visto una luce abbagliante provenire dal monte chiamato Montserrat, situato a pochi chilometri dalla città di Barcellona. Incuriositi i ragazzini lasciano il gregge per seguire la luce e, in una grotta, trovano una statua in legno raffigurante la Beata Vergine con il Bambino Gesù. L'intera zona diventa subito un luogo di culto: intorno al 1030, sul monte viene edificato un monastero benedettino al quale è annesso il Santuario dedicato alla Madonna che ospita la statua attualmente venerata risalente al XII secolo. La prima testimonianza dell'esistenza della chiesetta dedicata alla Madonna di Monserrato di Reggio Calabria proviene dagli scritti dell'Arcivescovo Annibale D'Afflitto che guida la Chiesa reggina dal 1593 al 1638. La chiesetta nei suoi primi anni di vita va avanti grazie alle donazioni e all'impegno dei laici che si occupano ad esempio di fornire tutti gli ornamenti necessari alle celebrazioni quotidiane. Dagli scritti dell'Arcivescovo, prodotti nel 1631 in occasione della sua visita pastorale, veniamo a conoscenza della presenza di un quadro dipinto ad olio raffigurante la Beata Vergine e conosciamo anche il nome del cappellano che celebra le prime funzioni, don Paolo Cumbo. All'epoca, la chiesetta è filiale di Santa Maria del Soccorso e sembra che fosse sprovvista della sacrestia.
Quasi un secolo dopo, il 17 gennaio del 1749, la visita dell'Arcivescovo Damiano Polou ci permette di avere nuove informazioni sullo stato dell'edificio sacro: nella chiesetta sono presenti ben cinque altari, quattro in più rispetto alla precedente visita, dedicati rispettivamente a Santa Maria del Monte Carmelo, ai santi Cosma e Damiano, a Gesù e Maria e l'ultimo alle Anime del Purgatorio. Si apprende inoltre dell'esistenza della sacrestia che ha ancora bisogno di qualche intervento. Celebra le Sante Messe il sacerdote Francesco Merenda. La chiesetta è diventata filiale di Santa Maria del Loreto, forse a causa di una riorganizzazione temporanea delle zone parrocchiali cittadine. Il 5 febbraio 1783 alle ore 13:00 un terremoto di inaudita violenza, con epicentro in Oppido, sconvolge tutta la Calabria. Si registrano danni considerevoli dovuti anche alle varie scosse di assestamento che si verificano nei giorni successivi: l'intera città è in ginocchio e molte chiese vengono distrutte o danneggiate. La chiesetta di Monserrato subisce gravi danni ma non tali di impedire di officiare le funzioni religiose. Su richiesta di Ferdinando I di Borbone, re di Napoli, il Papa Pio VI emette il Breve "Post Integrum" in data 13 aprile 1784. Con questo documento si obbligano gli ecclesiastici a contribuire alla riedificazione delle chiese e dei luoghi di culto in tutto il regno. Nello stesso anno il re istituisce la Cassa Sacra con lo scopo di gestire tutti i beni espropriati agli enti religiosi per poi elargirli, sotto forma di contributo, per le varie ricostruzioni.
Questa "offerta obbligatoria", seppur corretta in linea di massima (la Chiesa di allora è molto ricca e potente), non è stata sempre applicata con criterio e si tramandano diversi racconti di ingiustizie perpetrate dalla Cassa Sacra: una di queste ingiustizie riguarda proprio la piccola chiesa del Monserrato che viene forzatamente soppressa con la conseguente confisca di tutti i beni contenuti al suo interno, beni ottenuti quasi esclusivamente con le donazioni dei fedeli laici. Dodici anni dopo, il 18 gennaio 1796, grazie alla relazione negativa di monsignor Giuseppe Rossi, personale confessore del re, la Cassa Sacra viene definitivamente soppressa e il 19 ottobre 1799 tutti i beni della chiesa di Maria Santissima di Monserrato vengono reintegrati e assegnati a don Antonino Morabito, parroco di Santa Maria del Soccorso della quale la chiesetta torna ad essere filiale. Durante l'iter burocratico sono proprio gli stessi fedeli che si occupano di ripristinare alla meglio la chiesa del Monserrato riparando i danni causati dal terremoto. Paradossalmente, la piccola chiesa torna ad essere agibile molti anni prima della parrocchia del Soccorso a causa degli eventi storici del tempo che vedono il Regno di Napoli conquistato da Napoleone nel 1805 con la conseguente fuga dei Borbone che non possono più occuparsi del risanamento delle chiese presenti sul territorio. Infatti, nel 1812 si autorizza lo spostamento della sede parrocchiale dalla chiesa del Soccorso, che versa in precarie condizioni, a quella del Monserrato.
Nel 1815 i Borbone tornano alla guida del Regno: vengono finalmente avviati i lavori di restauro sia per la chiesa del Monserrato che per quella del Soccorso e, a lavori ultimati, si ripristina la situazione precedente con la chiesa del Monserrato che torna ad essere filiale di Santa Maria del Loreto. Ma non trascorrono nemmeno cinquant'anni che nel 1861, la chiesetta del Monserrato è nuovamente chiamata a sostituire provvisoriamente la parrocchia del Soccorso il cui tetto, interamente costruito in legno ormai logoro, rischia di crollare: don Salvatore Bova, parroco di Loreto, e don Bruno Saccà, parroco del Soccorso, sono costretti a mettere in atto l'ennesima collaborazione, non priva di difficoltà e di disagio per i fedeli, durata ben tre anni durante i quali la parrocchia del Soccorso viene rimessa a nuovo. Nel 1882 apprendiamo che la chiesa del Monserrato è custodita ed amministrata dal rettore Giovanni Laganà che rendiconta la sua gestione a don Pasquale Delfino, parroco del Loreto. Si giunge così al 28 dicembre 1908, data tristemente nota a tutti gli abitanti di Reggio Calabria e Messina per il devastante terremoto che rade al suolo le città e molti paesi limitrofi: la chiesa del Monserrato subisce la medesima sorte! Gli irriducibili fedeli costruiscono una chiesa-baracca sulle macerie del vecchio edificio e il 20 ottobre 1912 viene inaugurata la nuova chiesa.
La cronaca dell'evento viene riportata dal giornale locale "Reggio Nuova". In realtà i lavori di completamento della chiesa-baracca continuano fino al 1930, sempre finanziati dai fedeli. Nel novembre del 1933 l'Arcivescovo Carmelo Pujia, con il disappunto del parroco di Loreto, don Giuseppe Musolino, annette la chiesa di Monserrato alla parrocchia del Soccorso guidata da don Domenico Giuffré. Il 22 febbraio 1935 l'Arcivescovo accoglie la richiesta di don Giuffré per il trasferimento della sede parrocchiale del Soccorso e la piccola chiesa di Monserrato passa ufficialmente sotto la giurisdizione della parrocchia di Santa Maria del Soccorso al Sacro Cuore, nome storico dell'attuale parrocchia del Sacro Cuore di Gesù nel Rione ferrovieri. Da un documento redatto il 6 giugno 1945 dall'ordinatissimo don Antonino Meduri, succeduto a don Giuffré alla guida del Sacro Cuore, apprendiamo che la chiesa del Monserrato ha ricevuto diversi danni in seguito ai bombardamenti di Reggio ma si è già provveduto al suo ripristino grazie ai fondi stanziati dal Governo.
La puntuale relazione di don Meduri ci informa di tutti i paramenti e gli arredi sacri disponibili all'epoca, tutto lo stretto indispensabile per celebrare una funzione dignitosa con in più il quadro della Madonna del Monserrato, dipinto nel 1909, tuttora presente all'interno della chiesa. Le funzioni religiose sono officiate da don Vincenzo Pugliese e sembra che già da allora (come nel momento in cui scrivo) si celebrasse la Santa Messa solo la domenica e i giorni festivi. La manutenzione (tra cui la pulizia) è curata dai fedeli che abitano nelle immediate vicinanze. Il 1° novembre 1976 l'Arcivescovo Giovanni Ferro affida la gestione della chiesetta al nuovo parroco del Sacro Cuore di Gesù, don Umberto Lauro, succeduto a don Meduri. Nel 1996 la chiesa del Monserrato viene totalmente restaurata e assume l'aspetto odierno: è dotata di una campana, manovrata da un moderno meccanismo elettrico, di una sacrestia e di un'acquasantiera, posta all'ingresso sulla sinistra. Pur essendo l'evoluzione di una semplice baracca, la chiesetta non manca di stupire i visitatori con decorazioni ricercate sia all'esterno che all'interno: molto belle le coloratissime vetrate interne che rapprentano momenti importanti della vita di Gesù e Maria. Speciale menzione merita la famiglia Plutino che da decenni custodisce la chiesa occupandosi, tra le altre cose, della pulizia e di tutto ciò che occorre per il culto. Attualmente la chiesa del Monserrato è sede degli incontri settimanali del Gruppo della Parola e del Gruppo di preghiera della Madonna dello Scoglio. Ogni anno, la sera del Venerdì Santo, nella chiesetta si celebra una veglia di preghiera e di adorazione della Croce animata dai giovani dell'Azione Cattolica.
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