Nonostante la "giovane età" (poco più di un secolo nel momento in cui scrivo), la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù è ricca di grandi e piccole opere di rilevanza artistica che abbelliscono i locali liturgici. Questa sezione non ha la presunzione di produrre un inventario completo dei beni ecclesiastici della parrocchia ma tenta di mettere in evidenza alcune delle opere più significative sia per il loro livello artistico sia per la loro importanza storica. Cercheremo di tenere sempre aggiornata questa sezione.
Sommario
Chiesa di Maria Santissima di Monserrato |
Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
Statua del Sacro Cuore di Gesù |
La storica statua simbolo della parrocchia. Realizzata in legno scolpito e dipinta a mano intorno al 1930 dall'artista Luigi Santifaller di Ortisei nel suo rinomato istituto d'arte. La statua è corredata di un'aureola in argento sbalzato e di due cuori, uno realizzato in argento scolpito, normalmente installato nel petto, l'altro realizzato in oro e pietra dura ed usato durante la Festa del Sacro Cuore di Gesù. La statua è abitualmente esposta nella navata laterale ma durante il mese di giugno, dedicato al Sacro Cuore, viene spostata sul presbiterio in bella mostra. Originariamente, prima della realizzazione del mosaico, la statua si trovava nell'abside su un supporto in legno rialzato. |
Mosaico absidale |
Un grande mosaico, progettato dall'architetto don Valerio Vigorelli ed eseguito dagli allievi della Scuola Beato Angelico di Milano nel 1965, ricopre la parte frontale dell'abside. L'opera illustra il tema del Sacro Cuore di Gesù cercando di sottolineare diversi aspetti. La figura di Cristo spicca al centro del mosaico mettendo in risalto il mistero pasquale nella sua interezza: il gesto con le braccia ricorda la passione e la croce, mentre la gloria del trionfo del Risorto è espressa dai toni profondi e tranquilli del bianco vestito, dell'aureola e della luce raggiante. Gesù è in cima al Monte Santo, meta dell’intera umanità chiamata ad abbeverarsi alle sorgenti della grazia che di lui scaturiscono; in alto e in lontananza si nota la Gerusalemme Celeste. I personaggi che fanno da contorno al Cristo testimoniano gli effetti concreti di questa grazia che suscita santi ad ogni età della Chiesa. Dietro ogni santo si trova un angelo che porta scritto nella propria aureola il nome della beatitudine che quel santo ha incarnato.
A destra sempre dal basso:
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Tabernacolo |
Un altro capolavoro della Scuola Beato Angelico, realizzato in metallo smaltato, collocato nella parte sinistra del presbiterio. L'Agnello domina il centro del tabernacolo in una duplice forma: la posizione, l'aureola e l'atteggiamento fiero contribuiscono a dipingerlo come un re ma, al tempo stesso, i tratti dolci, arrotondati e lo sguardo rivolto in alto, verso il Padre, lo mostrano come una vittima sacrificale umile e mansueta, che non oppone resistenza ed è obbediente al volere dell'Altissimo. L'Agnello è immerso in un fuoco divampante, simbolo dell'immenso amore di Dio e dello Spirito Santo, un fuoco che arde ma non distrugge come quello del roveto ardente. Nell'epoca preconciliare era sistemato al centro dell'altare senza la struttura di sostegno. Successivamente, nel 1982, don Umberto Lauro incarica l'architetto Renato Laganà di trovare una posizione alternativa. Sfruttando la nicchia presente sulla sinistra del presbiterio, usata originariamente come secondo ambone, l'architetto prevede la costruzione di un artistico altare di marmo a sostegno del tabernacolo. Qualche anno dopo, nel 2002, l'altare del Santissimo viene abbellito con sculture in bronzo fuso e da una balaustra che circonda la nicchia, il tutto realizzato da Gennaro Carresi. Più recentemente, le decorazioni di bronzo sono state riverniciate d'oro assumendo l'aspetto attuale. Le decorazioni in bronzo impreziosiscono la nicchia ed aggiungono all'opera ulteriori spunti di riflessione: i due angeli sembrano quasi fare la guardia a Gesù Eucaristia, Parola di Dio, come i cherubini sull'Arca dell'Allenza proteggevano le tavole di Mosè. Il tutto è sovrastato dalla colomba, simbolo per antonomasia dello Spirito Santo, che irradia fasci di luce nei quali si intravedono spighe e grappoli d'uva, il pane ed il vino eucaristici. |
Ambone |
Da sempre presente in parrocchia nella medesima posizone, l'ambone, realizzato in muratura e marmo scolpito, dotato di impianto microfonico, è stato abbellito nel 2002 con le sculture in bronzo fuso di Gennaro Carresi. L'artista ha realizzato tre distinti lavori in bronzo: due placche con bassorilievi e un leggio dalla forma di aquila. La placca frontale raffigura l'angelo che annuncia alle donne la Resurrezione di Gesù davanti al sepolcro, con i soldati romani svenuti a terra. La scena è rappresentata frontalmente, dal punto di vista delle donne che non sono quindi "visibili": con questo espediente l'artista sottolinea come l'Annuncio della Buona Novella sia rivolto a tutti quelli che ascoltano la Parola di Dio. La placca laterale mostra invece i quattro evangelisti rappresentati con la loro iconografia classica:
Il leggio a forma d'aquila troneggia sull'ambone, rivolto verso l'assemblea. È un evidente riferimento a San Giovanni: l'aquila ha "la vista più acuta", "vola più in alto" di tutti gli esseri viventi e "può vedere il sole con gli occhi senza accecarsi", caratteristiche assimilate al Vangelo di Giovanni, considerato quello dalla maggiore visione teologica. Come per il tabernacolo, le decorazioni di bronzo sono state riverniciate d'oro assumendo l'aspetto attuale. Alla destra dell'ambone viene collocato il cero pasquale. |
Scultura dell' Annunciazione |
Nella parete immediatamente dietro l'ambone, quasi come a voler insistere ulteriormente sul tema dell'annuncio della Parola di Dio, troneggia una scultura in bronzo cesellato che rappresenta la scena dell'Annunciazione dell'arcangelo Gabriele alla Beata Vergine Maria. Prodotta probabilmente da una bottega artistica locale, l'opera fa parte dell'insieme delle primissime rifiniture della parrocchia. In realtà la scultura consiste di due parti distinte, l'angelo annunciante e Maria sormontata da una colomba, lo Spirito Santo. Originariamente le due parti erano "staccate": l'angelo si trovava nella parte sinistra del presbiterio, posizionato sopra l'attuale nicchia del tabernacolo (assente all'epoca), mentre a destra, alla stessa altezza, Maria era posizionata, come adesso, sopra l'ambone. In seguito si decise di accorpare le due parti riproducendo in modo più chiaro la scena evangelica. |
Altare |
Il grande altare rettangolare, prodotto interamente in marmo scolpito, domina il centro del presbiterio. È dotato di impianto microfonico accessibile dal gradino rialzato su cui poggia la pesante struttura. Originariamente ospitava il tabernacolo ed era dotato di una serie di candelabri con la base in marmo, oggi collocati nella cappella mariana. Al loro posto sono presenti due artistici candelieri in metallo fuso argentato. È stato donato dal parroco don Antonino Meduri nel 1962 come ricorda la targetta posta sul fronte della base quadrata: |
Sedili del presbiterio |
Nel 1962 vengono inaugurati gli scanni (sedili) del presbiterio, realizzati in noce, così come tutto il rivestimento. Nel 1963 vengono installati sui sedili degli artistici pannelli di legno rappresentanti i simboli di Gesù e degli apostoli. Il nome del personaggio viene sapientemente fuso con un'immagine che lo rappresenta per un totale di tredici pannelli, uno per ogni personaggio. L'autrice di queste piccole opere d'arte, realizzate in compensato d'acero, è la signora Concetta De Carlo. La cattedra centrale è riservata al celebrante, ovvero il parroco o il vescovo in visita, e contiene il simbolo di Gesù con la figura di un agnello. I posti a sinistra e a destra della cattedra contengono i simboli di Pietro e Paolo, destinati, se presenti, al viceparroco e al diacono (o allo stesso parroco se a celebrare vi è un vescovo). È evidente il riferimento all'Ultima Cena con Gesù al centro e i dodici apostoli seduti attorno a lui. L'unica differenza rispetto alla scena evangelica è costituita dalla presenza di San Paolo che l'artista ha messo al posto di San Mattia (il "sostituto" di Giuda Iscariota). Di seguito vengono elencati i pannelli con una breve descrizione del simbolo. Da sinistra verso destra:
Misure: cm 50 x 50 (Alt. x Larg.) |
Stazioni Via Crucis |
Nel 1963/64 vengono commissionate alla Scuola Beato Angelico di Milano le stazioni della Via Crucis. Vengono prodotti quattordici pannelli in legno e vetro smaltato a fuoco, rappresentanti le stazioni classiche (I - XIV). Ogni stazione è numerata ed è posta sulla parete sinistra dell'edificio parrocchiale con il primo pannello vicino al tabernacolo. In origine le stazioni erano poste a ridosso dei pilastri e la loro collocazione iniziava dalla prima campata, in corrispondenza dell'altare. Successivamente, il riposizionamento del tabernacolo impose una nuova collocazione, rimasta inalterata fino ad oggi (tre stazioni per campata anziché due). Nel marzo 2017 è stata aggiunta la XV stazione (la Risurrezione di Gesù), oggi la più vicina all'ingresso: il disegno è stato realizzato da Maria Romeo Schepis. Alcune stazioni sono state donate dal parroco o dai parrocchiani come ricorda la targhetta posizionata sotto la base in legno:
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Crocifisso e mosaico |
Appena entrati in chiesa, sulla sinistra, si può ammirare un grande crocifisso che occupa tutta la nicchia che precede i banchi. Realizzato in legno scolpito e dipinto a mano, il crocifisso fa parte degli arredi iniziali della nuova chiesa e probabilmente è stato prodotto da Luigi Santifaller di Ortisei o da un artista della medesima località. Nel 1963 gli artisti della Scuola Beato Angelico di Milano, Ignazio Bertoletti e Renzo Bortesi, su progetto don Valerio Vigorelli, lo stesso ideatore del mosaico absidale, producono il mosaico che fa da sfondo al crocifisso dando alla nicchia l'aspetto odierno. |
Vetrata |
Nel 1982 la chiesa si arricchisce dell'artistica vetrata posta nella facciata dell'edificio e raffigurante Cristo Risorto. Il disegno, dipinto su vetro, è stato realizzato dagli allievi dell'Istituto d'Arte Preti-Frangipane guidati dal professor Familiari. |
Lettere delle navate |
Nel 1963 il parroco don Antonino Meduri acquista a Milano delle lettere in bronzo utilizzate per comporre la citazione evangelica "Imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete riposo alle anime vostre". La scritta è collocata lungo tutto il lato sinistro della chiesa, proprio sopra le stazioni della Via Crucis, e le lettere sono fissate su una base in legno. Pur non essendo un'opera d'arte in senso stretto, le lettere contribuiscono a dare alla chiesa il suo particolare e caratteristico aspetto. Anni dopo, il parroco don Umberto Lauro, in seguito a dei lavori di manutenzione dell'impianto elettrico, fa rimuovere la vecchia base in legno e la sostituisce con una nuova, dotata di lampade per l'illuminazione. Inoltre compra ulteriori lettere per formare la frase "In ascolto della Parola nutriti alla mensa eucaristica cresciamo in tempio spirituale" che viene posizionata sulla navata destra, parallela alla prima. |
Statue dei Santi Cosma e Damiano |
Nel 1972 la parrocchia entra in possesso di due pregievoli statue in legno rappresentanti i santi medici Cosma e Damiano. Le due statue, realizzate dallo stesso artista (probabilmente di ambito napoletano) e dipinte a mano, vengono fatte risalire alla seconda metà dell'ottocento. Le statue facevano parte dei beni della piccola chiesa di Maria Santissima della Consolazione, situata in Via Nicola Furnari, demolita definitivamente nel 1972. In parrocchia, nel corso degli anni, le statue sono state esposte in diversi luoghi: nel momento in cui scrivo si possono ammirare nel deambulatorio che immette nella cappella feriale dove sono conservate all'interno della teca in legno originale. Occasionalmente vengono esposte sul presbiterio in occasione della ricorrenza liturgica (26 settembre). |
Altare di San Giuseppe |
Nel 1963 la Scuola Beato Angelico di Milano realizza l'altare in marmo scolpito dedicato a San Giuseppe, destinato a riempire una delle nicchie della navata laterale. La scelta del santo ha origine dalla sentita devozione popolare nei suoi confronti, molto forte a Reggio Calabria. In seguito, la nicchia viene arricchita dal dipinto, olio su tavola, di Alleruzzo che ritrae il santo con in braccio Gesù Bambino. La cornice del dipinto, che sovrasta l'altare, viene ulteriormente abbellita da candelabri a tre braccia realizzati in ottone. |
Altare di Sant' Antonio |
Nel 1963 un parrocchiano, il dottor Filippo Rizzo, offre a proprie spese l'altare dedicato a Sant'Antonio, altro santo particolarmente venerato. L'altare è destinato a riempire una nicchia presente nella navata laterale. Il progetto viene commissionato all'ingegnere Guido Tripepi. Nonostante la bellezza dell'opera si nota la differenza stilistica (marmi diversi) e concettuale rispetto all'insieme degli altri arredi (l'altare monta un tabernacolo inutilizzato). Qualche anno dopo, nel 1965, padre Ferdinando Loverso realizza il dipinto che sovrasta l'altare e che ritrae Sant'Antonio con Gesù Bambino. |
Quadro della Madonna di Pompei |
Nel 1968 viene acquistato a Napoli una copia del quadro della Madonna di Pompei, realizzato a mano da un artista locale. Il quadro va a sotituire il vecchio, divenuto ormai logoro, presente dai tempi della chiesa-baracca. Viene posto in una delle nicchie della navata laterale, la più vicina alla sacrestia. Per rialzare il quadro viene usata una base in legno. |
Quadro della Madonna della Consolazione |
Nel 1972, in seguito alla demolizione della piccola chiesa di Maria Santissima della Consolazione, sita in Via Nicola Furnari, la parrocchia acquisisce una copia del quadro della Madonna della Consolazione, di autore ignoto. Dipinto a olio su tela, il quadro è contenuto all'interno di una cornice dorata lievemente decorata a sbalzo nei quattro angoli. Quasi certamente prodotto in ambito reggino, esso è riconducibile alla seconda metà del 1800, periodo in cui si intenficò il culto popolare dell'effigie dell'Eremo e il numero di copie del quadro si moltiplicò a vista d'occhio su tutto il territorio. Nel momento in cui scrivo il quadro è custodito da don Umberto Lauro. |
Statua della Madonna di Fatima |
Nel 1999, durante un pellegrinaggio parrocchiale a Fátima, viene acquistata una piccola statua, riproduzione della famosa Madonna così come viene descritta dai pastorelli. Realizzata in resina dipinta a mano, la statuetta viene fatta benedire il 13 ottobre 1999. È utilizzata per la "Peregrinatio Mariae", durante la quale viene portata nelle case dei fedeli per un momento di preghiera. |
Varie |
In questa sezione vengono elencate le opere e gli arredi della parrocchia sui quali non sono presenti informazioni storiche:
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Cappella feriale |
La cappella feriale è presente in parrocchia sin dalla costruzione del nuovo edificio sacro. Il progetto della chiesa prevedeva un luogo da dedicare alla Vergine Maria anche in relazione al precedente titolo della parrocchia: "Santa Maria del Soccorso al Sacro Cuore" (o ai ferrovieri). La cappella feriale si prestava particolarmente allo scopo ed è per questo che oggi viene anche chiamata "cappella mariana". All'interno della cappella è impossibile non notare la caratteristica statua in legno della Madonna Immacolata, posta su un altissimo piedistallo, prodotta dalla Scuola Beato Angelico. L'aureola della statua, composta dalle classiche dodici stelle dell'Immacolata, monta un meccanismo di illuminazione. In tema mariano anche il tabernacolo, anch'esso prodotto dalla Scuola Beato Angelico che mostra la scena dell'Annunciazione dell'angelo a Maria: l'opera ricorda molto lo stile della scultura che sovrasta l'ambone della chiesa. Il tabernacolo della cappella mariana accoglie il Santissimo durante la celebrazione del Giovedì Santo. La zoccolatura è interamente composta da marmi verdi, dono dei fedeli della parrocchia. Nel 1982 l'altare, in marmo scolpito, viene ristrutturato e la cappella comincia ad assumere l'aspetto odierno. Dieci candelieri in marmo scolpito troneggiano sulla struttura: originariamente questi erano collocati sull'altare maggiore della parrocchia. |
Esterno della chiesa
Statua del Sacro Cuore (esterno) |
Nel 1985 la piazza della parrocchia viene parecchio abbellita. Oltre ad un curatissimo angolo verde si decide di posizionare nella piazza una statuetta in bronzo raffigurante il Sacro Cuore di Gesù. |
Grotta di Lourdes |
Nel 1989, in una nicchia presente all'esterno nell'estremo angolo sud-est dell'edificio parrocchiale, viene costruita una riproduzione della grotta di Lourdes con le statuette della Vergine Maria e di Santa Bernadette. La nicchia è recintata, è dotata di un sistema di illuminazione ed è costantemente abbellita con fiori di ogni tipo. Sempre nel 1989 l'opera viene benedetta: una lastra in marmo commemora l'evento. Sopra la statuetta della Madonna è installata una targa che recita "Io sono l'Immacolata concezione", l'espressione con cui la Vergine si sarebbe fatta riconoscere da Bernadette. La grotta è occasionalmente il luogo designato per la recita comunitaria della preghiera del Rosario, soprattutto nel mese di maggio. |
Chiesa di Maria Santissima di Monserrato
Quadro della Madonna del Monserrato |
Dipinta a olio nel 1909 da L. Allegra, la tela rappresenta senza alcun dubbio l'immagine della Madonna del Monserrato. L'artista gioca sul nome della montagna dove si trova il monastero benedettino intitolato alla Vergine Maria: il Bambin Gesù, infatti, taglia il monte con una sega rimandando a "Montserrat" che significa monte tagliato o segato. Il quadro è esposto nel presbiterio della chiesetta. |
Vetrate (Monserrato) |
Realizzate dalla ditta fiorentina Mellini, le nove artistiche vetrate abbelliscono gli interni della chiesetta del Monserrato. Di grandezza variabile, le vetrate sono disposte ai lati, tranne quella del Cristo Risorto posizionata al centro del presbiterio, sopra il quadro della Madonna del Monserrato. Sempre nel presbiterio, ai lati, due vetrate ritraggono degli angeli oranti. Le rimanenti vetrate ritraggono momenti della vita della Sacra Famiglia: Maria è presente in tutte le scene. Le vetrate sono state installate nel 1998, in seguito ai lavori di ristrutturazione del 1996, e sono state donate dalle famiglie della parrocchia. Ogni vetrata contiene il nome del donatore:
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