Via Crucis Comunitaria 4 aprile

Momento di preghiera
Venerdì 4 Aprile 2025 19:00 - 20:15
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Parrocchia Sacro Cuore di Gesù

 

VIA CRUCIS COMUNITARIA

4 APRILE 2025

 

“PERDONAREPER DIRE GRAZIE

a cura di Anna Maria Fotia, Daniela Pignata, Francesco Groe, Maria Scarcella

 

 

 

  MEDITAZIONI A CURA DI ANNA MARIA FOTIA

 

 I STAZIONE

GESÙ NELL’ORTO DEGLI ULIVI

Dal Vangelo di Marco

 Giunsero a un podere chiamato Getsèmani ed egli disse ai suoi discepoli: “Sedetevi qui, mentre io prego”. Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate”. Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora.  E diceva: “Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu”. Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: “Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora?  Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”.

 MEDITAZIONE

Sai, Gesù, è vero! senza una vita spirituale poggiata sulla preghiera ed animata dal tuo Spirito non è proprio possibile giungere ad amare pienamente e a comprendere come il perdono* possa essere un balsamo che cura le ferite della vita reale, un aiuto a riassaporare la libertà di amare noi stessi e gli altri spingendoci ad andare sempre oltre, *per recuperare il senso ed il significato del dire e del rendere grazie.

Infatti, nella costante preghiera silenziosa recupero il rapporto d'amore con Dio e si genera la maggiore conoscenza di me stessa rendendomi capace di attuare la missione della Sua volontà, perché “io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo”. Solo relazionandomi con Dio acquisto la consapevolezza che nulla mi è dovuto ma che tutto mi è stato donato con amore gratuito, e ciò mi spinge ad ugualmente dare e a perdonare con amore rendendo grazie in ogni situazione, sapendo che Tu, Trinità Santissima, non mi abbandoni mai nelle difficoltà, nelle fragilità e nelle infedeltà. Inoltre, pregare con questa certezza, o Gesù, avvalora la tua Passione e mi fa apprezzare maggiormente la Tua nuova Alleanza, l’Eucaristia, come dono di sé stessi in rendimento di grazie, perché mi spinge a non chiudermi in me stessa o  in strutture, norme ed abitudini tranquille “sulla moltitudine affamata di Te che senza sosta mi ripeti «voi stessi date loro da mangiare»”. . Per me vegliare e pregare, grata per la pace del cuore che scaturisce dalla riconciliazione con Te e i fratelli, è speranza nel Tuo Regno ad veniente.  

                                                                                           

II STAZIONE

GESÙ, TRADITO DA GIUDA, E’ARRESTATO

Dal Vangelo di Matteo 

 Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: “Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!”. Subito si avvicinò a Gesù e disse: “Salve, Rabbì!”. E lo baciò. E Gesù gli disse: “Amico, per questo sei qui!”. Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono.

 

MEDITAZIONE

Ecco arrivare Giuda mentre ancora Gesù parlava! Mi chiedo se il tradimento non nasca da un cattivo ascolto di sé stessi, degli altri e soprattutto della Voce e della Parola di Dio.  Cioè, quale attenzione presto in generale all’ascolto e come lo esercito? Il mio è un sentire o un ascolto dialogico, attivo ed empatico? E poi, gioisco dell’accrescimento conoscitivo e sapienziale attraverso l’ascolto oppure critico recriminando se ciò che ascolto è per me scomodo?  Sono cosciente che Dio parla al mio cuore nella preghiera ma anche di bene per l’umanità tutta nella Sacra Scrittura?  O forse mi sento un po’ troppo maestra e così oltre a non ascoltare, né Dio e né gli altri, divento pure elemento di disturbo o traditore della Verità? In fondo la superbia è peccato fin dall'origine e si manifesta in diverse situazioni, sovvertendo anche gli equilibri più pacifici di dove ognuno è se stesso per natura e sostanza. Infatti, mancando di umiltà e per orgoglio ferito e delusione, si possono sconvolgere le relazioni amicali con atti traditori ammantandole d'amore. Ma grazie al Tuo cuore trafitto d’amore Tu, o Gesù, vai oltre la mia piccolezza e grettezza, e rimanendo mio amico continui a parlarmi per perdonarmi anche nel tradimento più bieco. Grazie!

 

 III STAZIONE

GESÙ E’ CONDANNATO DAL SINEDRIO

Dal Vangelo di Marco

 I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: “Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?”. Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: “Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?”.  Gesù rispose: “Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo”. Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: “Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?”. Tutti sentenziarono che era reo di morte.

 MEDITAZIONE

 Grazie Gesù per avermi insegnato che l'atteggiamento di tacere è prudente, ma che parlare con verità è d'obbligo anche se risulta sconveniente, soprattutto davanti a chi detiene il potere.  Infatti, sia in ambito politico che religioso i capi che cercano di salvaguardare le tradizioni chiuse su se stesse sono i primi a condannare e a creare fratture. Così è accaduto anche nella fede Cristiana durante i secoli: Gesù ha chiesto al Padre il dono dell’Unità dei suoi discepoli, ma in più occasioni i Capi delle Comunità hanno inquisito e l’hanno disgregata dietro motivazioni teologiche e dottrinali ancora oggi persistenti. Già il “Concilio Ecumenico di Nicea, 1700 anni fa, ebbe il compito di preservare l’unità, e tutti, con la grazia dello Spirito, si riconobbero nel Simbolo di fede che ancora oggi professiamo” e che parla di Gesù, dell’Unigenito Figlio di Dio, che fu crocifisso per noi, morì e fu sepolto, è risuscitato. “I Padri conciliari utilizzarono l’espressione «Noi crediamo»,  a testimonianza che in quel “Noi” tutte le Chiese si ritrovavano in comunione, e che tutti i cristiani professavano la medesima fede.” Perciò in questo anniversario di Nicea, meditando la passione di Gesù dobbiamo ricordarci che “l’unica autorità è l’autorità del servizio, l’unico potere è il potere della Croce” e che la comunione ed unità non va letta come uniformità ma come “convergenza nella relazionalità” tra noi e con il mondo.

MEDITAZIONI  A CURA DI  FRANCESCO GROE

 

 IV STAZIONE

GESÙ È RINNEGATO DA PIETRO

 

 Dal Vangelo di Marco Mc 14, 66-72

 Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: “Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù”. Ma egli negò, dicendo: “Non so e non capisco che cosa dici”. Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: “Costui è uno di loro”. Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: “È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo”. Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco quest’uomo di cui parlate”. E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: “Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai”. E scoppiò in pianto.

 MEDITAZIONE

 La paura ha dei sintomi precisi: l’inerzia, il tremore, la menzogna. È l’esperienza di Pietro che, terrorizzato all’idea di subire un trattamento simile al tuo, dimentica il suo Maestro, perde le coordinate del suo stesso cuore. Succede anche a me che l’incertezza del mondo, i fallimenti, la paura per il futuro mi disorientino. Ed è così che sbaglio a parlare, do spazio all’istinto, non ho più voglia di riflettere e di trovare un posto per Dio nella mia vita. Proprio in queste situazioni, Maestro, ricordami della tua misericordia senza limiti, che mi fa sperimentare la gratitudine di essere amato senza che io faccia nulla, senza nessun merito, anzi, a dispetto della mia indolenza. E così, perdonato e amato gratuitamente, sarò capace di rendere testimonianza a Te, Certezza senza tempo in ogni tempo!

  

V STAZIONE

GESÙ È GIUDICATO DA PILATO

 

Dal Vangelo di Marco Mc 15, 14-15

Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Ma essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

 MEDITAZIONE

 Pilato ti giudica innocente. Eppure, il giudizio dell’unico che conta viene accantonato, per dare spazio a quello della massa. Anche nella mia vita, Signore, può accadere di dar voce a opinioni non mie, ma di tendenza, di essere intransigente nei confronti degli altri, istintivo nei giudizi, incapace di perdono. Se mi sposto, invece, ci sei Tu, Maestro, che parli solo quando necessario. Pronunci poche parole, cerchi di spiegare la tua prospettiva, e così lasci che gli altri facciano lo stesso. Perché la verità umana è una sola soltanto per chi non conosce perdono. Caro Gesù, insegnami l’arte del silenzio, “donami un linguaggio mite, che non conosca i fremiti dell’orgoglio” (dalla liturgia), concedimi di non arroccarmi su opinioni di massa. Solo così il dialogo con i miei fratelli diventerà occasione per tornare a casa cambiato, dubbioso, ma grato...

 

 

VI STAZIONE

GESÙ È FLAGELLATO E CORONATO DI SPINE 

Dal Vangelo di Marco Mc 15, 17-19

Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: “Salve, re dei Giudei!”. E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui.

 MEDITAZIONE

 La scena che contemplo mi sembra quasi irreale. Come si fa ad accettare un Dio così, spogliato, deriso, quasi reificato e che neanche si ribella? E poi, questa porpora, perché? Quanta superficialità, Signore, quando credo che, per poter interagire con qualcuno, devo necessariamente guardare al suo “abito“, ai suoi titoli, alla sua posizione sociale. Quanto è vigliacco non guardare all’essenza di chi mi circonda e amare il suo vestito! Tu, Maestro, invece, mi insegni che, per amare, devo rinunciare necessariamente a qualcosa, ovvero, a tutto ciò che gonfia il mio ego e sgonfia la ricchezza che l’altro può offrirmi! O Signore, che io possa imparare da te ad essere povero, semplice, in ogni sguardo, in ogni gesto, per accogliere con gratitudine la bellezza che c’è in ogni cuore che incontro. Grazie, Dio, di esserti fatto perdente, per amarmi a perdere!

 

 

MEDITAZIONI  A CURA DI  DANIELA PIGNATA

 

 VII STAZIONE

 GESÙ È CARICATO DELLA CROCE

 

 Dal Vangelo di Marco

 Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

 MEDITAZIONE

 La Tua croce Signore mette ordine nella confusione e nel subbuglio generati dal peccato e dagli affanni della vita perché un cuore che non conosce il perdono e la pace è un cuore destinato ad agitarsi nella tempesta. I tratti della Tua croce, così netti e squadrati sono terribili a guardarsi, ma Tu hai voluto per noi cose straordinarie e da quella stessa croce hai dato prova della Tua infinita bontà e così quegli stessi tratti perdono il limite umano del dolore e sconfinano nella infinita Tua grazia. Ci hai richiamati di nuovo alla vita, noi che ne eravamo stati esclusi e per liberarci dal peccato ci hai chiesto di essere simili a Te nella comprensione, nella cortesia e nell’amore perfetto verso i fratelli. Dunque Signore Ti dico grazie per tutte le volte in cui sono stata una pecorella smarrita e Tu sei venuto a cercarmi mentre vagavo sui colli e sui monti e mi hai ricondotto all’ovile non a forza di urla e spintoni ma teneramente posta sulle tue spalle. Ti dico grazie Signore perché mi hai insegnato a misurare e pesare il tuo giogo ed è vero, esso è dolce e leggero solo se lo affido totalmente a Te. Una croce resta sempre e solo una croce ma oggi Signore da quella croce ho imparato che io sarei stata perduta se non avessi sperimentato la Tua misericordia.   

 

 VIII STAZIONE

 GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE

 Dal Vangelo di Marco

Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo.

 MEDITAZIONE

 Sei ignaro di tutto Simone di Cirene, probabilmente non sai che quell’uomo insanguinato, sudato e sporco al quale stai portando, per un breve tratto di strada la croce, fino a poco tempo prima era chiamato da tutti Maestro. Eppure nessuno dei suoi amici gli ha prestato le spalle, piuttosto invece gliele hanno voltate. Ecco Simone di Cirene ora lo sai, quell’uomo straziato e distrutto, quell’uomo irriconoscibile è il Figlio di Dio. Sì, caro Simone hai aiutato Dio a portare la croce, hai aiutato Dio a salvare gli uomini. Dunque voglio dirti grazie perché con te l’espressione “portare la croce” assume un significato diverso, una croce non aspettata, non attesa ma comunque arrivata. Ebbene, se fosse stato possibile anche Gesù avrebbe fatto a meno della croce, ma chiamandoci ad essere suoi discepoli e scegliere di camminare con Lui, Gesù ci invita ad accogliere con forza e libertà la nostra storia personale, ad essere obbedienti alla vita, pronti a metterci in gioco anche nei momenti più dolorosi e impegnativi. Solo portando la croce al suo fianco possiamo fare l’esperienza di un amore libero, gratuito e incondizionato.      

 

 IX STAZIONE

 GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME

Dal Vangelo di Luca

Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.

 MEDITAZIONE

 Ancora una volta Gesù cerchi uno sguardo, le Tue parole incidono il cuore attraverso gli occhi. Incroci lo sguardo delle donne in pianto e ad esse sveli il senso della Tua morte, non devono piangere su di Te perché la Tua morte sarà sorgente di vita. Il tuo messaggio è forte e minaccioso, profetico ed apocalittico, non offre mezze misure! ma Tu Signore avevi già destinato per le donne parole di fuoco e messaggi di redenzione e salvezza. Superando convenzioni e pregiudizi, hai dialogato con le donne ascoltando i loro drammi piccoli e grandi, dalla febbre della suocera di Pietro alla tragedia della vedova di Nain, dalla prostituta in lacrime al tormento interiore di Maria di Magdala, dall’affetto di Marta e Maria alle sofferenze della donna colpita da emorragia, fino all’incontro più importante di tutti, il Tuo volto risorto.  Signore, mi sento così privilegiata ai tuoi occhi e per questo voglio ringraziarti: voglio prometterTi una fede grande, grande come quella della donna Cananea. 

 

 MEDITAZIONI  A CURA DI  MARIA SCARCELLA

 

X STAZIONE

GESÙ È CROCIFISSO

 Dal Vangelo secondo Marco 15,24

 Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso.

 MEDITAZIONE

L’immagine della croce mi appare ancora sconvolgente…Eppure le tue braccia spalancate, Signore, vogliono abbracciare anche me! Il cuore squarciato sulla croce mi restituisce il tuo amore senza misura e mi rende perciò capace di amare. Nei momenti di debolezza e di sofferenza, aiutami, Signore, ad alzare lo sguardo per incontrare il tuo cuore, perdonare me stessa e dirti GRAZIE. Sì, perché solo perdonandomi sarò capace di guardare oltre il mio “io” e sarò nelle condizioni di dire GRAZIE per ogni cosa: grazie per tutto, dal dolore più intenso all’amore più grande, perché è grazie ad essi che sono qui ora e che sono ciò che sono!

 

XI STAZIONE

GESU’ PROMETTE IL SUO REGNO AL BUON LADRONE

 Dal Vangelo di Luca 23,39-42

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”. L’altro invece lo rimproverava dicendo: “Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male”. E disse: “Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno”.

 MEDITAZIONE

Il buon ladrone dimostra di avere compreso l’essenziale, addirittura sfida l’evidenza stessa e la propria ragione. Lui vede tutto ciò che è sfuggito agli altri! Non solo ti riconosce innocente, ma ha anche interiorizzato che Tu, Signore, sei Colui che viene ad instaurare il Regno. Dunque, se io un po' alla volta e sempre di più mi abbandono al tuo amore, allora anch’io sarò un pezzetto di questo Regno. Così ogni mio gesto quotidiano di tenerezza, di bellezza, di attenzione, di carità verso me stessa e gli altri e verso il creato, renderà il Regno presente e reale. Grazie, Signore, è una consolazione sapere che prendersi cura del Regno è prendersi cura di Te e realizzare il Regno significa fare vivere Te nel mondo, nelle mie azioni e nelle relazioni.

 

XII STAZIONE

GESÙ IN CROCE, LA MADRE E IL DISCEPOLO

Dal Vangelo di Giovanni 19,26-27

Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

 MEDITAZIONE

 Maria, con la tua presenza silente e con estrema dignità hai vissuto dal basso lo stesso dolore e la stessa sofferenza di tuo figlio. A te è stato chiesto di amare anche chi stava uccidendo tuo figlio. Amarli avrebbe voluto dire perdonarli! Ma tu, Maria, come sempre, “serbavi tutte queste cose nel tuo cuore”. Il tuo silenzio è stato eloquente e adesso, sotto la croce, ti aspetti una parola ed ecco quella parola è illuminante “donna, ecco tuo figlio” e poi al discepolo “ecco tua madre”. Maria, sotto la croce di tuo figlio hai espresso “l’altro grande sì”, accogliendo la sua morte per te e per tutti noi. Veramente, “beata te che hai creduto”. Fa’, o Signore, che la mia fede sia un dinamismo nella mia vita, così che io possa accoglierti e vivere questa dimensione nell’operosità.

 

XIII STAZIONE

GESÙ MUORE SULLA CROCE

 

Dal Vangelo secondo Marco 15,33-39

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: “Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Ecco, chiama Elia!”. Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: “Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere”. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!”.

 

Preghiera

 “Eccomi qui davanti a Te! Signore, Dio della vita, Bellezza infinita!

In questa notte d’amore, la Bellezza possa essere la forza capace di donare unità e significato a tutte le gioie e a tutti i dolori.

Signore Gesù, fa’ nuovo il mio vecchio io e lègami in una nuova unione con legami di vita nuova.”

 

 XIV STAZIONE

 GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO

 Dal Vangelo secondo Marco 15,42-46

 Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro.

 

 Dalla Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’anno 2025 “ Spes non confundit ” di Papa Francesco

 “Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti:

dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza. La Parola di Dio ci aiuta a trovarne le ragioni. L’apostolo Paolo così scrive ai cristiani di Roma: ”Giustificati dunque per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio”.

 

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  • Venerdì 4 Aprile 2025 19:00 - 20:15

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Casa parrocchiale Sacro Cuore a Cucullaro di Gambarie

Immersa nella bellezza dell'Aspromonte, la casa del Sacro Cuore è frutto della perseveranza di don Umberto Lauro e degli sforzi dell'intera comunità parrocchiale. Oggi la casa è aperta a tutti per trascorrere momenti di convivialità e spiritualità.

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